Un’importante intervista con Beppe Marotta, presidente dell’Inter, è stata rilasciata a Sky nell’ambito del documentario “L’anno dell’Inter“, dedicato al cammino del club nel 2024. Durante la conversazione, Marotta ha affrontato molti temi rilevanti, tra cui l’inchiesta “Doppia Curva“, avviata dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha portato all’arresto di 17 persone a seguito di gravi accuse. L’inchiesta, che ha coinvolto i vertici delle curve di Inter e Milan, sta continuando a sollevare interrogativi sulla gestione della violenza nel mondo del calcio.
I dettagli dell’inchiesta “Doppia Curva”
L’inchiesta “Doppia Curva” ha avuto inizio come un tentativo di affrontare situazioni inaccettabili legate alla violenza fra i tifosi. La magistratura di Milano è intervenuta per fare luce su un fenomeno che ha colpito, in modo particolare, le curve di Inter e Milan, due delle tifoserie più accese e folcloristiche del calcio italiano. Questo intervento ha portato all’arresto di 17 individui accusati di associazione a delinquere e di altri reati gravi, che mettono in luce le dimensioni di un problema radicato nella cultura del tifo.
Marotta ha evidenziato l’importanza della collaborazione con le autorità in questa battaglia. La sua posizione è chiara: la società vuole essere parte della soluzione e non dell’origine del problema. L’amministratore delegato ha espresso gratitudine verso le forze dell’ordine e la magistratura, sottolineando che l’obiettivo è debellare un fenomeno che ha poco a che fare con lo sport e molto con comportamenti illeciti e violenti.
Marotta ha chiarito che l’Inter sta affrontando queste problematiche con la necessaria serietà, e che la società è completamente a disposizione delle autorità, dimostrando l’impegno verso un futuro di sportività che non possa essere minacciato da attività criminali. L’inchiesta è ancora in corso, segno di quanto lavoro ci sia da fare per garantire un ambiente sano e sicuro per tutti i tifosi.
Critiche e riflessioni sulla cultura del tifo
Nel suo intervento, Marotta ha evidenziato la necessità di una riflessione più ampia riguardo alla cultura del tifo, suggerendo che è fondamentale iniziare già dai più giovani a educare alla cultura della sconfitta e della sportività. Secondo il presidente, l’educazione deve iniziare fin dalle scuole elementari, dove il calcio dovrebbe essere visto come un gioco e non come una questione di vita o di morte.
Evidentemente, uno degli aspetti più preoccupanti, secondo Marotta, è la mancanza di rispetto per il risultato finale delle competizioni sportive. Oggi, il tema della sconfitta viene spesso trascurato, alimentando una mentalità che non accetta il fallimento, e porta a comportamenti violenti o di protesta che danneggiano l’immagine stessa del calcio. Marotta ha richiamato l’attenzione su come manchino figure di “giudici” alla fine delle partite, lasciando i tifosi a sentirsi in dovere di giudicare le performance senza un processo razionale.
Spesso, i segnali di avvertimento vengono ignorati, lasciando crescere una cultura tossica nel tifo. Il presidente dell’Inter ha preso anche spunto dalla sua lunga esperienza nel mondo del calcio, ricordando come i problemi di violenza, pur essendo sempre esistiti, oggi abbiano assunto una forma più complessa e diffusa, richiedendo un impegno concertato non solo delle società calcistiche, ma di tutti coloro che orbitano attorno al mondo del calcio.
La lotta contro la violenza negli stadi non può essere affrontata solo sul piano repressivo; la vera battaglia deve partire da un cambiamento culturale profondo che coinvolga tifosi, società e istituzioni, e che miri a educare le nuove generazioni al rispetto e al divertimento legato allo sport.