Milan: vittorie senza convinzione e un futuro incerto per Fonseca ed i suoi uomini

Il Milan, nonostante le vittorie, mostra prestazioni deludenti e una mancanza di identità. L’assenza di leadership e un attacco inefficace mettono a rischio il futuro della squadra.

Il Milan continua a raccogliere punti, ma le sue prestazioni restano lontane dagli standard attesi. L’allenatore Paulo Fonseca ha manifestato la sua frustrazione dopo la vittoria contro il Verona, suggerendo che i risultati non possono nascondere le mancanze di una squadra che fatica a trovare un’identità e un gioco convincente. In questo contesto, esaminiamo le sfide e le dinamiche che caratterizzano l’attuale stagione rossonera, dove le vittorie sembrano più un palliativo che una base solida per costruire un futuro migliore.

Un gioco confuso e inadeguato

Fonseca ha esposto le sue idee tattiche fin dal suo arrivo, proponendo un calcio offensivo, caratterizzato da un’intensa pressione alta e una rapida riconquista della palla. Tuttavia, l’implementazione concreta di tali idee si è rivelata problematica. La squadra sembra mancare di un’identità chiara in fase di gioco, transitando frequentemente da una forma di gioco attendista a tentativi poco convincenti di attacco costruito. Questo Milan, per come si sta sviluppando, sembrerebbe più adeguato a giocare in contropiede, sfruttando le ripartenze anziché cercare di dominare il possesso.

La qualità tecnica della rosa attuale appare insufficiente per gestire il ritmo e le rettifiche richieste dal mister. Gli errori più evidenti emergono nell’assenza di movimenti senza palla e nella lentezza nello scarico del pallone, aspetti che rendono il gioco prevedibile e poco emozionante. Le conclusioni offensive sembrano affidate esclusivamente agli esterni, i quali si trovano spesso costretti a inventare la giocata migliore da situazioni viste e riviste, con l’assenza di supporto dal centrocampo.

Le lacune nel gioco del Milan non sono un problema isolato: si protraggono di settimana in settimana, innescando preoccupazioni sempre più forti anche tra i tifosi storici. La sensazione è che ogni vittoria rappresenti un semplice rinvio delle reali problematiche da affrontare, mentre il club deve trovare risposte ai quesiti strategici e tattici.

La carenza di personalità e di leadership

Un altro aspetto preoccupante riguarda la mancanza di giocatori pronti ad assumere responsabilità decisive. Il livello di paura presente in campo è palpabile, con i calciatori che sembrano evitarsi l’un l’altro, temendo il rischio di errori. Questo porta a passaggi banali e a una continua retrazione nel gioco, piuttosto che a tentativi di creare occasioni. L’approccio conservativo degli atleti influisce negativamente sull’intera prestazione della squadra, che sembra spesso incapace di proporre scelte coraggiose.

All’interno della rosa si nota una carenza di leader naturali, persone in grado di prendere in mano la situazione nei momenti di difficoltà. Le stelle del Milan, come Rafael Leao e Theo Hernandez, pur meritando attenzione per la loro qualità tecnica, non mostrano la forza necessaria per trascinare i compagni nei momenti critici. Tra i presenti, solo alcuni, come Christian Pulisic, si avvicinano a quel profilo di giocatore caratteriale, ma non basta per invertire le tendenze negative.

Il contesto attuale impone una riflessione sulla necessità di una leadership più solida, ciò che potrebbe dare l’energia e la determinazione necessarie per affrontare avversari insidiosi e partite cruciali. Senza notorietà e presenza mentale si rischia di rimanere impantanati in una spirale negativa.

Difficoltà nell’attacco e il futuro incerto

Una delle sfide più evidenti del Milan risiede nella sua capacità di realizzare goal. Sebbene vi siano momenti in cui la difesa ha trovato un equilibrio, l’attacco continua a mostrare difficoltà significative. Gli attaccanti, Morata e Abraham, hanno faticato a trovare la rete, segnando solo dieci goal in quasi duemila minuti giocati. Questo dato mette in luce quanto sia cruciale l’intervento e la produttività degli uomini offensivi.

Negli ultimi tempi, ci sono stati segni di speranza con i mediani, Fofana e Reijnders, che si sono dimostrati abili nel contribuire alla fase offensiva, ma il problema rimane irrisolto nel complesso. La squadra fatica a mantenere una coerenza nello sviluppo del gioco d’attacco, il che influisce sulle possibilità di ottenere risultati positivi.

Con Roma e Supercoppa in arrivo, la pressione aumenta e la squadra deve affrontare le proprie incertezze. L’assenza di un attacco prolifico e l’insufficienza nelle scelte tecniche sono ambiti in cui il Milan dovrà urgentemente apportare cambiamenti per evitare che la stagione sfugga di mano.