Ernesto Chevanton racconta la sua rinascita: dalla depressione alla vita in campagna

Ernesto Chevanton, ex calciatore del Lecce, racconta la sua rinascita dopo la depressione attraverso il contatto con la natura e gli animali, trovando serenità nella vita semplice della campagna salentina.

La storia di Ernesto Javier Chevanton, ex attaccante di successo del Lecce, è una testimonianza di forza e resilienza. Dopo aver abbandonato il calcio professionistico, Chevanton ha affrontato un periodo difficile segnato dalla depressione, ma ha trovato la sua via di uscita grazie alla connessione con la natura e gli animali. Oggi, immerso nella quiete della campagna salentina, l’ex calciatore parla di un nuovo inizio e di come ha riscoperto il valore della vita semplice.

I segreti della vita contadina

Situata tra Melendugno e Vernole, la tenuta di Chevanton si estende per due ettari e rappresenta un rifugio dalla frenesia del mondo. Questa zona è un vero e proprio angolo di paradiso dove l’aria è fresca e i colori dei campi vibrano di vita. Fra uova fresche, arance e mandarini, Chevanton si dedica alla coltivazione dei prodotti della terra, che possono sembrare semplici, ma hanno un significato profondo. La campagna, infatti, gli ha permesso di rivedere le priorità e di rimettersi in contatto con se stesso.

Un aspetto fondamentale di questa nuova vita è il lavoro con gli animali. Messico e Tyson, le sue capre, sono diventati dei compagni insostituibili, aiutandolo a scoprire la gioia delle piccole cose quotidiane. Questi animali non sono solo parte della sua routine ma rappresentano un legame nei confronti della vita che l’ex attaccante ha imparato a rispettare e valorizzare. L’affetto che prova nei loro confronti si riflette nella serenità che ha ritrovato, un contrasto netto rispetto ai giorni bui passati.

L’affrontare la depressione

La depressione, che ha colpito Chevanton pochi mesi dopo il suo ritiro, è stata un’esperienza devastante. Si è trovato a vivere in un isolamento forzato, dove il pianto e la paura di uscire di casa lo assediavano quotidianamente. Le pillole prescritte per alleviare il suo malessere lo stordivano, rendendo ogni azione quotidiana un’impresa titanica. Riconosce, oggi, che quel periodo buio lo ha segnato profondamente, ma è anche convinto di averne tratto una lezione vitale.

Il cammino verso la guarigione è stato lungo e tortuoso, ma Chevanton ha scoperto che la connessione con gli animali è stata la chiave per la sua rinascita. Ogni gesto nei loro confronti, ogni momento trascorso in loro compagnia ha rappresentato un passo verso l’uscita dall’oscurità. Imparare a prendersi cura di loro gli ha insegnato a prendersi cura di se stesso, ritrovando gradualmente la volontà di vivere.

Un nuovo inizio e la vita con gli animali

Oggi, Ernesto Chevanton vive una realtà che lo ha trasformato. La vita dei campi, contrariamente a quanto si possa pensare, non è semplice, ma offre una gratificazione infinita. I suoi animali, le capre e il gallo di una volta, hanno rappresentato un porto sicuro e una fonte di gioia. Ha dovuto anche affrontare la perdita: Belotti, il gallo che tanto amava, è diventato preda di una volpe. Questo episodio, sebbene tragico, ha insegnato a Chevanton che la vita è fatta di cicli, di guadagni e perdite, ma ciò che conta è come ci si rialza.

Il cambio di vita ha innescato una riflessione profonda su cosa significhi veramente vivere. Attraverso questo viaggio energico e ricco di insegnamenti, Chevanton ha imparato ad accontentarsi e a trovare la felicità in ogni piccola cosa, contribuendo attivamente alla comunità locale, trasmettendo il suo messaggio di speranza e resilienza. La campagna, ora, è il suo rifugio, un luogo dove il tempo scorre più piano e l’anima può finalmente respirare.