In programma per il 31 dicembre su Netflix, il docufilm “Avicii – I’m Tim” diretto da Henrik Burman, offre uno sguardo intimo sulla vita e la carriera del noto dj e produttore svedese Avicii. Attraverso materiali esclusivi come fotografie e interviste a familiari e amici, il progetto si propone di esplorare le tappe significative del suo percorso, dall’infanzia a Stoccolma fino al tragico epilogo in Oman nel 2018. Questa biografia visiva, che raccoglie ricordi e riflessioni, promette di rivelare la vera essenza di un’artista che ha rivoluzionato la musica elettronica mondiale.
La vita di Avicii: dalla nascita a Stoccolma alla carriera musicale
Avicii, il cui vero nome era Tim Bergling, è nato l’8 settembre 1989 a Stoccolma. Cresciuto in una famiglia di artisti, con una madre attrice e un padre professionista nella pubblicità, ha sviluppato un forte legame con il mondo della musica sin dalla tenera età di otto anni. Cominciò a mixare musica nella sua cameretta, un hobby che lo portò a entrare a far parte dei Laidback Luke Forums, un ambiente virtuale dove poté affinare ulteriormente le sue abilità.
La carriera di Avicii iniziò a decollare nel 2008 quando fu notato dal manager Ash Pournouri, il quale intuì subito il potenziale del giovane artista. Avicii originariamente si fece conoscere con il nome d’arte Avici, con una sola ‘i’, ma successivamente modificò il suo soprannome aggiungendo una ‘i’ per evitare conflitti già presenti su MySpace. Il talento di Avicii fu presto riconosciuto, tanto che nel 2010 Tiësto lo nominò “Miglior Promessa DJ/Produttore dell’anno“, attestando la sua crescente notorietà nel mondo musicale.
Un canale privato di successo fu la sua connessione con diversi artisti rinomati, che lo portarono a remixare canzoni di grande impatto, come “Sweet Dreams ” degli Eurythmics in una versione intitolata “Swede Dreams“. La rapida ascesa di Avicii lo consacrò come uno dei nomi più influenti della musica elettronica, ma la sua vita personale si mantenne avvolta da mistero e sfide, preludio alla tragica fine che lo attese nel 2018.
Le collaborazioni notevoli e i successi musicali
La carriera di Avicii si distinse non solo per il suo stile unico ma anche per le molteplici collaborazioni con alcuni dei più importanti nomi del panorama musicale. Tra queste, spiccano i remix per artisti come Little Boots e Robyn, oltre al coinvolgimento nella creazione di brani indimenticabili per artisti come Madonna e David Guetta. Con Guetta, collaborò al progetto “Nothing but the Beat“, dove nacque “Sunshine“, un brano emblematico della sua crescita artistica.
Ma non si fermò qui. Tra le sue molte creazioni, fu anche autore del popolare “Wake Me Up“, un pezzo che racchiudeva influenze country e folk, diventando rapidamente un grande successo internazionale. Avicii collaborò pure con Chris Martin dei Coldplay per “A Sky Full of Stars“, un’esperienza che lo portò a produrre ben 600 versioni della canzone prima di trovare quella perfetta.
Avicii diede vita a successi che hanno segnato la musica del decennio, tra cui “Levels“, che raggiunse la decima posizione in Italia e la 66esima nella Billboard Hot 100. Al contempo, pubblicò due album, “True” e “Stories” , raccogliendo una serie di hit che hanno scalato le classifiche globali, rendendolo una delle figure più iconiche della musica contemporanea.
Il ritiro dai live e le sue battaglie personali
Nel 2016, Avicii prese la decisione di ritirarsi dai palcoscenici, citando problemi di salute e lo stress derivante dalla vita da artista. Ancora poco noto al pubblico, rivelò di aver subito interventi chirurgici, tra cui la rimozione della cistifellea e dell’appendice, affermando che queste disabilità fossero probabilmente correlate ai suoi problemi di alcolismo. Durante un’intervista del 2013 con Time, ammise di aver ecceduto nel bere e nel mantenere uno stile di vita festaiolo, promettendo di cambiare.
L’ultimo concerto di Avicii avvenne il 28 agosto 2016 a Ushuaïa Ibiza e coincise con l’annuncio della sua decisione di ritirarsi. Dopo aver separato la sua strada dalla At Night Management, nel 2017 fu annunciato il nuovo EP “Avicii ” e successivamente altri due, che avrebbero dovuto comporre il suo terzo album. Durante lo stesso anno, emerse il documentario “Avicii: True Stories” su Netflix, che rivelava le lotte personali dell’artista e le pressioni del settore.
La scomparsa di Avicii e la sua eredità
Il drammatico epilogo della vita di Avicii avvenne il 20 aprile 2018, quando morì a 28 anni in Oman a causa di un dissanguamento provocato da ferite da taglio. Questo tragico evento scosse il mondo musicale e i fan di tutto il pianeta. La sua scomparsa venne seguita dall’annuncio del singolo “SOS”, rilasciato postumo, così come dell’album “TIM“, i cui proventi furono destinati alla fondazione Tim Bergling, creata dai suoi genitori per affrontare la prevenzione dei disturbi mentali e dei suicidi.
Nonostante la sua carriera relativamente breve, l’influenza di Avicii sulla musica elettronica rimarrà indelebile, ispirando artisti e ascoltatori con il suo talento e il suo messaggio. “Avicii – I’m Tim” su Netflix offre una nuova opportunità per ripercorrere la sua storia e comprendere l’impatto che ha avuto nel panorama della musica, celebrando la sua vita e la sua arte.