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L’esordio promettente di Cooper Flagg

L’attesa è quasi finita: il debutto ufficiale di Cooper Flagg in NBA è ormai alle porte. Lunedì notte, Flagg ha disputato la sua prima partita di preseason con i Dallas Mavericks, pochi mesi dopo essere stato selezionato come prima scelta assoluta al draft. Nonostante sia rimasto in campo solo per 14 minuti, il suo contributo è stato fondamentale nella vittoria per 106-89 contro gli Oklahoma City Thunder alla Dickies Arena di Fort Worth, Texas. Dopo un inizio un po’ lento, i primi punti di Flagg sono arrivati nel secondo quarto con uno spettacolare layup acrobatico in mezzo al traffico. Meno di un minuto dopo, ha confermato il suo talento mettendo a segno una tripla dal palleggio. Anche prima di iniziare a segnare, Flagg è apparso subito a suo agio, servendo a Dwight Powell l’assist per una schiacciata facile dopo aver gestito il contropiede. All’intervallo, il suo tabellino segnava già 10 punti e 6 rimbalzi con un 3 su 6 dal campo, mentre i Mavericks avevano accumulato un vantaggio di 26 punti.

Un nuovo inizio dopo una stagione difficile

Questa prestazione, sebbene in una partita non ufficiale, rappresenta un passo cruciale per Flagg prima dell’inizio della sua carriera in NBA, previsto per il 22 ottobre contro i San Antonio Spurs di Victor Wembanyama. Flagg ha dominato al college con Duke, dove ha vinto il premio di National Player of the Year e ha trascinato i Blue Devils fino alle Final Four, con una media di 19,2 punti e 7,5 rimbalzi a partita. La sua scelta è arrivata a sorpresa per i Mavericks, che, pochi mesi dopo il caotico addio alla superstar Luka Dončić, hanno vinto la lotteria del Draft per la prima volta nella loro storia, pur avendo solo l’1,8% di possibilità. La scorsa stagione, i Mavericks hanno chiuso con un record di 39-43, crollando visibilmente dopo la cessione di Dončić e affrontando infortuni gravi, come la rottura del legamento crociato anteriore di Kyrie Irving, il cui rientro è previsto a metà stagione.

Klay Thompson e le ambizioni da titolo

Una voce autorevole all’interno dello spogliatoio è quella di Klay Thompson, uno che di vittorie in NBA se ne intende. Con quattro titoli vinti con i Golden State Warriors, Thompson sa cosa serve per arrivare fino in fondo. Insieme a lui, i Mavericks possono contare sull’esperienza di altri due campioni: Anthony Davis, che ha vinto un titolo con i Lakers nel 2020, e Kyrie Irving, campione nel 2016 contro gli stessi Warriors di Thompson. Ma una squadra guidata da due veterani come Davis e Irving, entrambi sopra i 32 anni e spesso soggetti a infortuni, insieme a una matricola come Cooper Flagg, ha davvero la possibilità di puntare al titolo in una Western Conference così competitiva? Secondo Thompson, la risposta è un sì convinto.

Una nuova identità per i Mavericks

L’ottimismo di Thompson si basa sul potenziale difensivo della squadra. «Non c’è motivo per cui non possiamo essere la miglior difesa della lega», ha dichiarato a The Athletic. «Nella mia esperienza, per vincere servono giocatori capaci di incidere su entrambi i lati del campo. E noi li abbiamo». Questa filosofia è nata dalla trasformazione della squadra, iniziata con la cessione di Luka Dončić ai Lakers in cambio di Anthony Davis, dell’ala Max Christie e di una prima scelta al draft. Quest’estate, inoltre, è arrivato il playmaker D’Angelo Russell per sopperire all’assenza di Irving. Thompson è consapevole che l’approccio dovrà cambiare: «Dobbiamo giocare in modo diverso, sfruttando i nostri punti di forza», ha spiegato. «Questo significa tagli senza palla e gioco che passa attraverso i nostri lunghi. Sappiamo che ogni sera un giocatore diverso può essere protagonista. Ovviamente i leader sono Kyrie e A.D., ma finché non saranno in campo con continuità, toccherà a qualcun altro farsi avanti». Giusto o no, le aspettative a Dallas sono destinate a salire vertiginosamente. E il diciottenne Flagg avrà un ruolo cruciale nel guidare la franchigia fuori dalle difficoltà della scorsa stagione e riportarla ai vertici di una Western Conference mai così competitiva.