

Francia vs Italia alla Rugby World Cup: Le Sfide Della Formazione Francese Tra Infortuni
La formazione dei Bleus, che affronterà l’Italia, è ancora in sospeso, ma indiscrezioni provenienti dai media indicano che Galthiè farà affidamento sui migliori giocatori disponibili.
La Francia, al momento, non è ancora matematicamente qualificata per i quarti di finale, e l’incontro con gli Azzurri si presenta come cruciale per evitare una delusione non prevista all’inizio del torneo.
Il percorso di preparazione alla RWC e le partite del girone sono state segnate da numerosi infortuni, alcuni meno gravi e altri più seri. Ntamack, Baille, Willemse e Danty sono stati colpiti durante i test estivi, mentre Marchand, Boudehent e Dupont si sono infortunati contro Nuova Zelanda e Namibia.
La frattura allo zigomo di Antoine Dupont ha ulteriormente complicato la situazione per lo staff francese, anche se possono contare su una squadra profonda e di alta qualità.
Tutti gli occhi sono puntati sul capitano, che sarà assente contro l’Italia. Dupont è tornato ad allenarsi, ma prima di una nuova valutazione il 9 ottobre, non parteciperà a impegni ufficiali, come spiegato dal responsabile medico della Francia, Bruno Boussagol.
“Antoine rimarrà con noi fino alla partita di Lione, e poi ci sarà la visita dal suo chirurgo il 9 ottobre. Sarà il suo ultimo controllo prima del giudizio finale sulla sua disponibilità per la settimana successiva, in caso di qualificazione ai quarti di finale.”
Anche se ottenesse il via libera medico, il suo ritorno sarebbe graduale. Il parere del chirurgo sarà solo il primo passo, e successivamente sarà fondamentale valutare la sua reazione fisica. Infine, gli allenatori dovranno decidere se schierare Dupont per un potenziale quarto di finale.
Julien Marchand è ancora fuori gioco a distanza di un mese dall’infortunio al tendine del ginocchio contro gli All Blacks. Il suo recupero sembra richiedere ulteriore tempo, con un’assenza potenziale di 15 giorni dalle competizioni.
Notizie più positive arrivano per Paul Boudehent e Dorian Aldegheri. Boudehent, sostituito a causa di una commozione cerebrale, è ora pronto a tornare dopo aver superato i protocolli di valutazione. Aldegheri, che ha lavorato separatamente, sembra sempre più probabile che sia presente contro l’Italia.

Sei Nazioni 2023: un gioco vario, l’imprevedibile Finn Russell, complessi dimenticati… La Scozia in quattro fatti
Sabato la Scozia darà il via al Torneo delle Sei Nazioni contro l’Inghilterra.
Un’edizione speciale in un anno di Coppa del Mondo, la Francia mette in gioco il suo titolo… L’edizione 2023 del Torneo delle Sei Nazioni prenderà il via il 4 e 5 febbraio. È la prima volta che un Paese partecipa alla Coppa del Mondo ed è la prima volta che un Paese partecipa alla Coppa del Mondo ed è la prima volta che un Paese partecipa alla Coppa del Mondo. Dopo Francia, Galles e Inghilterra, ecco la Scozia.
La dinamica: la Scozia sa come battere i big
Negli ultimi dieci anni, il miglior risultato della Scozia è stato il terzo posto, ottenuto due volte, nel 2013 e nel 2018. Nel 2015, invece, hanno terminato con il cucchiaio di legno. Nel 2022, invece, gli uomini di Gregor Townsend si sono classificati quarti, con lo stesso numero di punti dell’Inghilterra terza classificata. I Thistle hanno battuto l’Inghilterra negli ultimi due anni, la Francia due anni fa e il Galles tre anni fa, e con tre partite in casa quest’anno hanno molto da giocarsi, non da ultimo quando ospiteranno l’Irlanda, l’ultima grande nazione che devono aggiungere al loro recente palmarès. L’ultimo successo della Scozia nel torneo risale al 1999.
Punto di forza: gioco vario e imprevedibile
La Scozia è una squadra sorprendentemente buona. È una squadra che non è forte come le altre nazioni europee, ma è ancora in grado di sorprendere. “Sappiamo che probabilmente non possono vincere il torneo, ma possono fare delle belle partite. È sempre 50-50 contro gli scozzesi”, dice Vincent Clerc.
Per farlo, gli scozzesi si affidano in particolare a un gioco sfrenato e vario, impostato e lavorato dal 2017 da Gregor Townsend, l’allenatore con la maggiore anzianità nel Sei Nazioni. “La Scozia vuole sempre mettere volume di gioco, corre quando i giocatori hanno la palla, possono mettere in difficoltà gli avversari”, ha aggiunto il consulente di France Televisions. Nelle ultime tre edizioni sono riusciti a battere Inghilterra, Francia e Galles in trasferta.
Punti di debolezza: progressi limitati
Nonostante alcune prestazioni impressionanti, gli scozzesi non sono riusciti a unirsi alla battaglia per la vittoria finale. Dal passaggio a sei squadre nel 2000, non hanno mai ottenuto un risultato migliore del terzo posto. “Non sono sicuro di quanto siano realmente validi”, ha dichiarato Dimitri Yachvili, consulente di France Télévisions. “Ho l’impressione che stiano ristagnando un po’, con risultati più irregolari, sono meno costanti nei loro sforzi”, ha continuato. Gli scozzesi sono stati anche afflitti da indisciplina negli ultimi mesi (quattro cartellini gialli durante il tour autunnale), che devono correggere se vogliono prendere il controllo delle partite.
Il giocatore da tenere d’occhio: Finn Russell come boss
Giocatore ben noto agli habitué del Top 14, Finn Russell è un elemento indispensabile della squadra scozzese. Indiscutibilmente titolare nel ruolo di fly-half, è prezioso sia nel condurre il gioco che nel passare i punti. Il 30enne è stato uno dei principali artefici delle ultime due prestigiose vittorie scozzesi contro l’Inghilterra (14 punti su 31). In un momento cruciale della sua carriera, con il passaggio definitivo dal Racing 92 al Bath, Finn Russell vorrà senza dubbio guidare la Scozia verso ulteriori successi.